I libri del 2020

Anche quest’anno voglio provare a combattere il pregiudizio del lettore, o meglio del non lettore. Quello di cui ho già accennato l’anno scorso in questo articolo, ma che fa sempre bene riportare alla memoria.

A mio parere in Italia soffriamo di questo pregiudizio per cui se non leggi i classici, i russi, i romanzi “veri” allora non sei un buon lettore. E credo fermamente che se la smettessimo di giudicarci per ciò che leggiamo ci sarebbero sicuramente più lettori.

Allora eccomi qui a mettere sul piatto, alla mercé di tutti, le mie di letture. Mi metto a nudo e racconto cosa ha accompagnato le mie settimane in questo strano e folle 2020. È anche un modo per me per avere soddisfazione dal vedere questo mucchietto di volumi riunito, da oggi va a riempire un po’ di più la mia libreria. È puro godimento materico, è vero, ma anche da queste piccole scemenze passa la voglia di leggere e di scoprire cose nuove. Sfido chiunque a non guardare la costa del libro per vedere a che punto siete arrivati e quante pagine mancano. Suvvia…

Si diceva che il 2020 è stato un anno strano, per il tempo avuto avrei potuto leggere molto di più. È vero. Ma sono un tipo da letture a testa vuota. Non riuscirò mai a dire che leggere mi fa pensare ad altro. No. Se ho robe in testa non basta un libro per distrarmi. Al contrario in periodi di scarico macino libri uno dietro l’altro. Accade così in estate, o durante queste vacanze di Natale, dove questa vita domestica mi porta a tuffarmi nelle mie curiosità e a sfogarle.

I libri del 2020 sono quindi 16. C’è come sempre molta saggistica, che mi appassiona sempre di più rispetto al romanzo, il quale o mi convince fin dalle prime pagine o non fa breccia dentro di me, finisco per rallentare il ritmo e, il più delle volte, abbandonarlo.

Tra questi ci sono libri amati alla follia, letti in poche ore, libri neutri, ma anche un libro scritto male. Vorrei dire all’autore, come direbbe qualunque maestra di scuola, a volte rileggere a mente fredda ciò che si è scritto fa molto bene, a noi e al risultato. E mi fermo qui.

Qui gli highlights e in fondo alla pagina l’elenco completo:

Da cosa nasce cosa, Bruno Munari

Da cosa nasce cosa, di Bruno Munari.

L’ho avuto in libreria per la bellezza di sette anni. Faceva ovviamente parte della bibliografia di studi al Politecnico, come capita in qualunque università di design. Come ogni libro consigliato mentre si studia l’ho sempre guardato storto e mai iniziato. Mi sbagliavo alla grande. È un libro fondamentale e necessario per chiunque progetti nel senso vero e proprio della parola. Non per gli artisti, ma per chi usa la creatività per risolvere problemi comuni e meno comuni.

Il mondo deve sapere, di Michela Murgia.

Di Murgia avevo letto fino a questo momento solamente “Istruzioni per diventare fascisti” ma lo trovai un po’ insipido. Avrei preferito in quel caso andare più a fondo della questione, invece il livello di approfondimento un po’ in superficie mi aveva deluso.

Questo volume mi incuriosiva, conoscendo la storia che raccontava  poiché avevo già visto “Tutta la vita davanti” il film diretto da Paolo Virzì tratto da questo romanzo e perché avevo sentito spesso Murgia parlare di questo suo esordio alla scrittura.

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Ha sempre raccontato, infatti, di come attraverso questo libro si sia resa conto che la scrittura ha un potere politico che nessun altro mezzo ha. Questo romanzo è stata anche una luce su problematiche del mondo del lavoro che fino alla sua uscita erano rimaste molto nascoste.

Inutile dire che la scrittura ironica e cinica di Michela Murgia lo rende tragicomico. Risata amara assicurata!

Il mondo deve sapere, Michela Murgia
Accabadora, Michela Murgia

Accabadora, di Michela Murgia

È uno di quei libri che ho divorato. Non ti consente scampo e distrazione. Non è bastata la spiaggia di Sirolo in una giornata di agosto a portarmi via da queste pagine, lette tutte d’un fiato.

Il tema è attuale, sempre, e la prosa è davvero a mio giudizio magnifica. È uno di quei libri che una volta finito finisce per consigliare al mondo intero.

I miei giorni a Baghdad, di Lilli Gruber

Ero piccolo durante la seconda guerra del Golfo e la comprensione di quei fatti è sempre stato di mio interesse. A chiarire la storia c’era riuscito un po’ Tiziano Terzani con il suo “Lettere contro la Guerra”.

Per non parlare di quanto io sia innamorato e incuriosito del giornalismo e della vita degli inviati. Mestiere che farò nella prossima vita.

I miei giorni a Baghdad, Lilli Gruber
Basta salari da Fame! Marta e Simone Fana

Basta salari da fame, Marta Fana e Simone Fana

Ho già dedicato diversi articoli al tema dei diritti dei lavoratori e quindi è ormai abbastanza chiaro che la questione mi stia particolarmente a cuore. Dopo aver letto “Non è lavoro è sfruttamento” di cui ho anche parlato in questo articolo, non mi sono lasciato questo secondo saggio di Marta Fana. Una triste rappresentazione di come la nostra generazione sia vittima di politiche del lavoro che non ci hanno, non ci stanno e non ci garantiranno un futuro solido come è stato quello dei nostri genitori.

I problemi sono ovviamente molti, ma un lavoro dignitoso, soprattuto pagato, dovrebbe essere il punto di ri-partenza.

Questa è l’America, di Francesco Costa

Francesco Costa è stata sicuramente la scoperta più sorprendete di questo 2020. La sua narrazione dell’America era tutto ciò di cui avevo bisogno. Infatti la comprensione degli Stati Uniti necessita parametri di lettura e paradigmi molto differenti dai nostri. Come lo stesso Costa dice, ci sono pochi posti dove il divario tra ciò che crediamo di sapere e ciò che invece sappiamo realmente è tanto ampio come nel caso degli Stati Uniti.

È un libro molto utile per aprire gli occhi e per capire meglio il mondo che ci sta intorno.

Questa è l'America, Francesco Costa

Dalla sinistra nella foto in alto:

Antonio Dikele Distefano, Non ho mai avuto la mia età;

Cathy La Torre, Nessuna causa è persa;

Francesco Costa, Questa è l’America;

Marta e Simone Fana, Basta salari da fame!;

Angelo Ferracuti, La metà del cielo;

Riccardo Sollini, Frammenti di solitudine;

Lilli Gruber, I miei giorni a Baghdad;

Fisher, Ury, Patton, L’arte del negoziato;

John Nive, A volte ritorno;

Michela Murgia, Accabadora;

Michela Murgia, Il mondo deve sapere;

Donatella di Pietrantonio, L’arminuta;

Giosuè Calacitura, Pantelleria;

Carlo Carboni, La nuova società: il caso italiano;

Bruno Munari, Da cosa nasce cosa;

Piervittorio Tondelli, Camere separate.